Esiste un disturbo psichiatrico dove la persona avverte l’irrefrenabile bisogno di strappare i capelli o altri peli del corpo, come ciglia e sopracciglia. All’inizio questo comportamento sembra placare lo stress, ma in realtà avvia un circolo vizioso difficile da interrompere e può portare alla comparsa di zone completamente glabre.
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Dott.ssa Irene Monicelli, neuropsicologa e psicoterapeuta CeMeDi e Chiros
C’è chi si tormenta compulsivamente i capelli, attorcigliandoli intorno all’indice o sistemando una frangia ribelle senza mai trovare pace. Ma se toccare la chioma è un tic innocuo, un po’ come camminare avanti e indietro per scaricare la tensione emotiva, può accadere che i capelli vengano tirati e strappati, al punto da provocare la comparsa di zone completamente glabre. «È la tricotillomania, un disturbo psichiatrico dove si avverte l’incoercibile bisogno di strappare i capelli o altri peli del corpo, come ciglia, sopracciglia, barba o peli pubici», spiega la dottoressa Irene Monicelli, neuropsicologa e psicoterapeuta presso il Centro Medico Diagnostico
(Ce.Me.Di) di Torino.
«Il cosiddetto pulling, cioè lo strappo intenzionale di peli o capelli non per fini estetici, aiuta a “spegnere” il senso di angoscia che può essere generato da un momento di stress. Il problema è che, alla lunga, questa abitudine può portare alla comparsa di chiazze glabre a livello del cuoio capelluto o di altre aree del corpo, che causano imbarazzo, vergogna e isolamento sociale».
Oggi rientra nelle classificazioni del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM), il principale strumento di diagnosi descrittiva in psichiatria, dove viene chiamato anche “disturbo da strappamento dei peli” (hair-pulling-disorder).
«Nel corso degli anni, la tricotillomania ha cambiato posizione: se prima era classificata come un disturbo del controllo degli impulsi, nell’attuale DSM-5 rientra fra i disturbi ossessivo-compulsivi, insieme per esempio al dismorfismo corporeo, all’accumulo patologico o alla dermatillomania, dove la persona si provoca escoriazioni cutanee a furia di stuzzicarsi la pelle», descrive la dottoressa Monicelli.
Secondo le stime, la tricotillomania interessa l’1,5-2% degli uomini e il 3,5-4% delle donne. Non esiste un’età fissa di insorgenza, anche se il disturbo tende a manifestarsi soprattutto alla fine dell’adolescenza e nella giovane età adulta, quando il carico di responsabilità aumenta e mette in difficoltà chi non ha strategie abbastanza solide per gestire bene lo stress.
La tricotillomania può avere un andamento altalenante, con periodi di maggiore o minore acuità, oppure può mantenersi costante nel tempo, ma senza mai raggiungere livelli particolarmente critici.
La vera causa della tricotillomania è sconosciuta, anche se di base c’è la difficoltà della persona a gestire gli impulsi emotivi. «Di fronte a situazioni che generano ansia, frustrazione, fastidio o rabbia, questi pazienti non hanno gli strumenti funzionali necessari per tenere sotto controllo l’attivazione emotiva che ne deriva», evidenzia la dottoressa Monicelli.
La tricotillomania va diagnosticata dopo un’attenta anamnesi del paziente, anche per escludere altre condizioni mediche che possano aver determinato la perdita dei capelli o della peluria.
«Altrettanto importante è individuare le situazioni target che mandano più in crisi e come viene messo in atto il comportamento», tiene a precisare Monicelli.
«In sostanza, il terapeuta cerca di capire in quali situazioni si scatena l’impulso, se peli o capelli vengono strappati con le mani oppure con pinzette o altri strumenti, se ci sono luoghi che innescano maggiormente il problema».
Come si cura la tricotillomania?
«Si può ricorrere ai farmaci quando l’attivazione emotiva, cioè il livello di ansia o depressione, è così elevato da non permettere di accedere alle normali risorse cognitive» – racconta l’esperta – «In caso contrario, si procede per gradi: di solito si parte educando la persona alla “consapevolezza” e vengono quindi proposte delle strategie funzionali per gestire le emozioni».
Paola Rinaldi – Starbene – Tricotillomania: cos’è, sintomi, cause, cure (2025)